"Non Abbandonarmi": un appello per l’arte

Il Comune di Milano, la fondazione Giorgio Pardi e l’associazione Cramum presentano la mostra-appello “Non Abbandonarmi!” di Franco Mazzucchelli, curata da Sabino Maria Frassà. L’esposizione, in corso dal 18 novembre al 6 dicembre presso lo studio museo Francesco Messina di Milano, offre lo spunto per una riflessione sul ruolo dell'arte nella società contemporanea ed è proposta come un appello al pubblico affinché non abbandoni l’arte e la curiosità di scoprire il nuovo e il diverso. Tra le opere presentate, una serie di gonfiabili realizzati in PE e PVC, rientra anche “Appello gonfiato per l’arte contemporanea”, sui cui due metri quadrati di superficie i visitatori saranno invitati a scrivere ciò che pensano dell’arte contemporanea. Perché, come ricorda il curatore Sabino Maria Frassà, “se all’inizio l’obiettivo era la documentazione delle reazioni e l’avvicinare l’arte alla gente, oggi Franco Mazzucchelli vuole che tutti noi diventiamo arte a tu per tu con le opere”.

La mostra si inserisce all’interno della collaborazione tra lo studio museo e i due enti non-profit milanesi, noti per il loro impegno a favore della cultura e dell’arte contemporanea in Italia. Cramum è un termine latino che significa “la parte migliore”: l’obiettivo della collaborazione, infatti, è quello di individuare e valorizzare le eccellenze artistico-culturali presenti sul territorio italiano. Franco Mazzucchelli rifiuta con forza ogni deriva nichilista o messianica. L'artista è un uomo comune e l'uomo comune è sempre al centro dell’arte e della "teoria dell'arte". Imperativo categorico dell’artista è parlare in modo semplice e attuale della vita, delle sue contrapposizioni, del pieno e del vuoto che non è mai vuoto. “Per Franco Mazzucchelli l’arte per l’arte non esiste, esiste l’arte per l’uomo”, conclude il curatore della mostra, Sabino Maria Frassà.

Franco Mazzucchelli, uno dei Maestri dell’arte contemporanea nazionale e internazionale, collabora dal 2013 con il progetto Cramum. Nato a Milano nel 1939, si diploma nel 1963 in pittura e nel 1966 in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove da quell’anno ricopre il ruolo di insegnante. Nel 1976 partecipa alla Biennale di Venezia. Per oltre 30 anni porta avanti il suo progetto di avvicinare l’arte alle persone: dopo il ciclo di “Abbandoni”, arrivano i gonfiabili di "Sostituzioni" e "Riappropriazioni". A partire dagli ultimi Anni ‘Novanta qualcosa però si inceppa: la popolazione non è più la massa di lavoratori che non ha accesso all'arte e alla cultura. L’artista constata come il crescente benessere, la comunicazione di massa e le sempre più veloci forme di socializzazione non hanno né elevato le persone all'arte, né avvicinato la cultura alle persone. Percepisce anzi un generale allontanamento, che si esprime attraverso il disinteresse generale ad ascoltare e capire il messaggio dell'arte contemporanea, sempre più autoreferenziale. Agli “Abbandoni” si affiancano (Anni Duemila) il ciclo di opere “Art on Art”: i graffiti che da sempre il pubblico fa sui gonfiabili e che diventano essi stessi opere d’arte. L'artista diventa sempre più veicolatore, stimolatore e interprete di un sentimento collettivo più o meno consapevole.