Cala significativamente la produzione chimica dell’UE

Nel 2023 la produzione chimica nei 27 Paesi dell'Unione Europea dovrebbe diminuire circa dell'8% rispetto al 2022, senza dare segni di una imminente ripresa della domanda di prodotti chimici in Europa. Questa prospettiva sarebbe riferibile a quasi tutti i segmenti del settore, con una maggiore resilienza dimostrata dai prodotti chimici di consumo. È quanto riferisce Cefic, la federazione dell’industria chimica europea, in base ai dati relativi al primo quadrimestre del 2023.

Queste prospettive economiche seguono un inizio d'anno debole. I primi quattro mesi del 2023, infatti, non hanno prodotto alcuna significativa ripresa dopo il crollo della produzione nel quarto trimestre del 2022. Nel primo trimestre del 2023, infatti, il volume di produzione è già diminuito del 13,5% rispetto all'anno precedente.

I livelli di utilizzo della capacità del primo trimestre 2023 risultano simili a quelli osservati durante il primo blocco per Covid nel 2020, attestandosi a circa il 75% della capacità ordinaria. Anche la domanda ha mostrato una tendenza al ribasso, rimanendo molto debole in termini si interni sia di esportazioni e costringendo a una ulteriore riduzione delle scorte di prodotti chimici. Gli indicatori europei, peraltro, mostrano un ulteriore calo degli ordini in entrata.

"L'industria chimica dell'UE sta affrontando una tempesta perfetta. La combinazione di prezzi elevati dell'energia, mancanza di domanda globale e IRA (Inflation Reduction Act, ndr) degli Stati Uniti significa che semplicemente non vi è alcun business case per investire in Europa ora. Il Green Deal ha bisogno di un business case in Europa. Chiediamo con urgenza ai leader europei di fare degli investimenti del settore privato nella trasformazione industriale europea la principale priorità durante il prossimo ciclo legislativo", ha dichiarato Marco Mensink, direttore generale di Cefic.

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