Cassette per ortofrutta: riutilizzabili vs riciclate

(Foto da sito internet Conip)

In Europa il dibattito su riciclo e riutilizzo degli imballaggi in plastica si svolge in un contesto complesso e multifattoriale, che coinvolge questioni ambientali, economiche e sociali e che recentemente ha portato il consorzio nazionale imballaggi plastica Conip a commissionare a Valore Sostenibile, società di consulenza specializzata nel campo della sostenibilità ESG, uno studio per quantificare e valutare gli impatti ambientali inerenti alla fase di utilizzo e rigenerazione di una cassetta in plastica riutilizzabile per prodotti ortofrutticoli rispetto all’impatto dell’intero ciclo di vita di quelle al 100% riciclate a proprio marchio.

“Siamo”, ha spiegato la direttrice di Conip, Fabiola Mosca, “il primo sistema autonomo nato con lo scopo di garantire la produzione ecosostenibile degli imballaggi di sua competenza e la loro corretta ed efficace gestione ambientale, su tutto il territorio nazionale, mediante il “closed-loop” che garantisce l’approvvigionamento, la ripresa, il recupero e l’avvio a riciclo delle casse del circuito consortile".

Il consorzio ha inoltre condotto uno studio LCA sulle cassette in plastica a proprio marchio, pubblicando la relativa EPD di settore (S-P-09896 Cassette in PP riciclato “Usa e Recupera” 360g). Tali indagini hanno consentito a Conip di conoscere in dettaglio l’impatto medio delle casse UER prodotte dai consorziati. Nello studio citato sono stati messi a confronto gli impatti del ciclo di vita delle casse “usa e recupera”, così come identificati nella EPD di settore Conip, con gli impatti delle fasi d’uso e rigenerazione di casse in PP a pareti abbattibili.

Per individuare gli impatti della fase di rigenerazione/riuso è stato fatto riferimento allo studio “Mappatura delle pratiche di riutilizzo degli imballaggi in Italia: valutazione LCA della pratica di riutilizzo delle cassette a sponde abbattibili per il settore ortofrutticolo”, realizzato dal gruppo di ricerca Aware del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano per conto di Conai in merito alle pratiche di riutilizzo degli imballaggi in Italia.

Il confronto con gli impatti della fase di uso e rigenerazione è particolarmente significativo in quanto essi si riproducono a ogni ciclo di riuso e sono indipendenti dal numero stimato di riutilizzi e, in gran parte, anche dalla tipologia di cassette utilizzate. La comparazione ha evidenziato come l’impatto GWP (climate change) della sola fase uso e rigenerazione risulti maggiore dell’intero ciclo di vita usa e recupera (0,401 kg CO2e) del 32,9% (scenario 1, ossia dati dello studio Aware integrati in maniera conservativa per le fasi del ciclo di vita non considerate dallo studio del Politecnico) e del 139,9% (scenario 2, ossia dati studio Aware integrati con dati primari di un’azienda utilizzatrice delle casse che opera la rigenerazione). I risultati di impatto dello scenario 1 mostrano come questi dipendano principalmente dai trasporti (86,2%), dai consumi energetici (6,98%) e dal reintegro delle casse scartate (5,43%). Anche nello scenario 2 il principale impatto è quello dei trasporti (83,1%), seguito però dal reintegro delle casse disperse e/o scartate (11,73%) e quindi dagli impatti energetici (2,5%).

Secondo tali risultati il ciclo chiuso di riciclo gestito dal Conip per le casse usa e recupera risulta essere meno impattante da un punto di vista ambientale rispetto a qualsiasi ipotesi di loro riuso. 

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