Indimenticabile

In occasione del 50° anniversario della fondazione di Assocomaplast, nel predisporre l’elenco degli invitati d’onore, fra i primi nomi scelsi quello di Giovanni Baucia, scomparso alla bella età di 97 anni, alla fine dello scorso gennaio. Per questo, all’inizio di ottobre del 2010 lo vidi l’ultima volta, come sempre cordiale e sorridente, salutare tanti degli intervenuti, fra cui altri anziani pionieri dell’industria italiana delle materie plastiche e della gomma: Giuseppe Triulzi, Gianfranco Dolci, Sergio Anceschi, Luigi Macchi ecc.

Per ricordarlo senza retorica e senza errori, uso una serie di appunti che l’ingegner Baucia mi aveva fatto avere parecchi anni fa e che ho conservato, come altri documenti, con il massimo rispetto.

La costante presenza di Giovanni Baucia nel nostro settore ha avuto avvio nel gennaio del 1953, con l’assunzione nella divisione vendite resine (Vere) di Montecatini, e si è sviluppata fino al termine del suo impegno aziendale nel 1978, al momento del suo pensionamento da Snia, ma poi è proseguita con l’attività di pubblicista, fino ai primi anni 2000, che lo fece conoscere a molti di noi, e come redattore di articoli - sulle riviste Plastverarbeiter, Materie Plastiche ed Elastomeri ecc. - relativi all’industria italiana delle macchine e delle materie prime.

Cinquant’anni di presenza attiva e appassionata, di cui qui desidero ricordare le tappe più lontane nel tempo.

Nel 1953, quale dirigente dell’ufficio propaganda e fiere di Montecatini e collaboratore di Enzo Biagi, che al tempo era il direttore centrale delle pubbliche relazioni, coordinò la presenza alla Fiera Campionaria di Milano di quell’anno, dove nel grande stand Montecatini fu esposta una casetta, costruita con un ampio impiego di materie plastiche, posizionata accanto a un laghetto artificiale, creato grazie all’impermeabilizzazione con foglie di PVC, su cui galleggiavano le prime barche in plastica…

Nel 1955, il premio Nobel Giulio Natta consegnò a Montecatini i primi chilogrammi di polipropilene isotattico e Giovanni Baucia, con il supporto tecnico del collega Paolo Crocella, fece stampare alcune bacinelle presso la società Giganplast di Milano, utilizzando macchine a iniezione di Fimsai. Natta esaminò le campionature nel laboratorio del Politecnico e autorizzò l’uso su larga scala del nuovo materiale plastico, dando l’avvio alla grande avventura mondiale del Moplen.

Alla fine del 1958, Baucia fu chiamato da Marco Giani - socio con Pietro Negri e Walter Bossi dell’azienda Negri Bossi & C. - a ricoprire la funzione di direttore commerciale dell’importante fabbrica italiana di macchine a iniezione, che allora occupava un’officina e alcuni appartamenti in via Bazzini a Milano, nelle vicinanze del Politecnico. Il giro d’affari crebbe in modo rilevante, soprattutto grazie all’impegno di Baucia per aumentare il volume di macchine vendute all’estero, fra cui, alla fine degli Anni Cinquanta, vi era anche una linea di macchine per il soffiaggio di corpi cavi, poi uscita dal programma di produzione di Negri Bossi & C.

All’inizio degli Anni Sessanta, Giovanni Baucia iniziò la sua collaborazione con Snia Viscosa, che aveva appena avviato una propria produzione di poliammidi per usi plastici, sfruttando le eccedenze di produzione di Nylon per l’industria tessile. Nei dieci anni di attività in Snia Viscosa, l’ingegnere contribuì allo sviluppo delle vendite di poliammide tal quale e modificata, per usi tecnici, film cast e biorientati ecc., fino a una produzione annua di oltre 30 mila tonnellate.

Tale sviluppo fu possibile anche grazie al supporto in termini di assistenza tecnica alla clientela fornito dai laboratori di Snia Viscosa a Ceriano Laghetto (Monza Brianza), sotto la responsabilità tecnica di Gianfranco Piacentini, ma anche grazie alla collaborazione di costruttori di macchine per il soffiaggio, fra cui la Comec di Calenzano (Firenze), dove il titolare, Erberto Handa, promosse le prove per produrre bottigliette in poliammide.

Aneddoti e riferimenti potrebbero essere molto lunghi e articolati, ma termino qui sperando di aver dato una, seppur sintetica, dimostrazione di quanto si possa riferire su Giovanni Baucia ai lettori e a chi un giorno vorrà scrivere la storia dell’industria italiana delle materie plastiche.

Riposi in pace e sia indimenticabile il suo ricordo!

 

Claudio Celata