Dal MASE contributo per nuovi e più efficienti impianti per il riciclo

Allo scopo non solo di migliorare l’efficienza degli impianti di trattamento dei rifiuti elettronici, tessili, di carte e, prossimamente, di plastica, ma anche di costruirne di nuovi, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con tre nuovi decreti, ha dato il via libera a un contributo per realizzare 160 progetti “faro” per l’economia circolare. Nei tre decreti il dicastero individua la lista dei progetti che beneficeranno del contributo massimo previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in linea con la normativa sugli aiuti di Stato: si tratta di aziende che hanno proposto interventi volti ad adeguare impianti esistenti o a realizzarli "ex novo".

Per la linea A, che promuove l’ammodernamento e la realizzazione di nuovi impianti per i rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), comprese pale di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici, sono 67 i progetti finanziati. Settanta invece quelli selezionati per la linea B, riguardante l’impiantistica per la raccolta, logistica e riciclo di rifiuti in carta e cartone. Ventitré, infine, i progetti che troveranno compimento attraverso la linea D, per l’infrastrutturazione della raccolta di frazioni tessili e la realizzazione di veri e propri “hub” del tessile. Nei prossimi giorni è prevista anche la pubblicazione del decreto di concessione dei contributi per gli operatori economici della linea C, per la realizzazione di impianti per il riciclo della plastica, “marine litter” compreso. Si completerà in questo modo l’elenco dei soggetti destinatari dei 600 milioni di euro (150 per ciascuna linea) che il PNRR mette a disposizione nel settore del riciclo, che dovranno diventare realtà ed essere messi in funzione entro il primo semestre.

“Le nostre filiere del riciclo”, ha spiegato il Ministro Gilberto Pichetto, “rappresentano un esempio virtuoso e vincente in Europa: un mondo sempre attento all’innovazione per raggiungere le migliori performance ambientali. L'impegno di tante realtà territoriali potrà meglio qualificare l’Italia quale Paese di riferimento nelle buone pratiche per l’economia circolare”.