L’attività di diversi trasformatori di materie plastiche europei è a rischio a causa dei prezzi elevati dell'energia. A lanciare l’allarme a livello continentale è EuPC, l’associazione europea che rappresenta le aziende trasformatrici.

Come molti altri settori energivori, anche quello della trasformazione è pesantemente colpito dal drammatico aumento dei prezzi di energia elettrica e gas. Sebbene alcune aziende siano state finora in grado di evitare un aumento dei costi conseguente ai contratti in corso, la media di quelle del settore registra un raddoppio dei costi dell'energia elettrica da inizio 2022.

Dall’inizio dell’anno, molte aziende si sono trovate a dover sostenere aumenti fino al 750% del prezzo dell’energia elettrica, situazione, in alcuni resa ancora più impegnativa dagli aumenti salariali, che pone di fronte al dilemma tra continuare a produrre o cessare l’attività e che si sta riverberando sulla fornitura di beni essenziali. In alcuni Paesi dell'UE attualmente non vi è alcuna prospettiva per continuare la produzione né per investire, con gli effetti delle chiusure che cominciano a farsi sentire sulla base industriale europea.

"Non abbiamo bisogno di visioni a lungo termine verso il 2030 o oltre, in un momento in cui le aziende stanno cercando di sopravvivere quotidianamente con una perdita di denaro a causa dei prezzi dell'energia incontrollati", ha dichiarato Alexandre Dangis (nella foto a destra), direttore generale di EuPC, invitando la Commissione europea, Il Consiglio dei Ministri europeo e il Parlamento europeo a suggerire e concordare azioni a brevissimo termine a livello europeo per mantenere operative le filiere industriali.

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